Musicopoli

Ance & i fatti quotidiani

Non sono mai arrivato a pensare
Che la musica debba scioperare
Che a farla propria non è un vero lavoro
Senza le spalle coperte e un certo decoro
E una gavetta già d'oro

Non sono mai riuscito a concepire
Che l'ascoltare sia uguale al sentire
E qualsiasi ricorrente melodia
Nasce come canzone e morirà suoneria
Dannata telefonia

Coi metallari che frullano
E i rapper che farfugliano
E i rocker che si gasano
Ed i lirici che annoiano
I lisciaioli che guadagnano
I popparoli che tormentano
I jazzisti se la tirano
Intanto i cantautori se la menano.

E la condotta più che stupefacente
E l'avvinazzata finché ne è contenete
Rispetto al lusso di annacquar la poesia
Ormai sugli allori con vuota megalomania
Cara meritocrazia.

Con gli Emo che si tagliano
Ed i bluesmen che si piangono
I punkrocker che si spillano
Gli ska-reggae che si fumano
I tribali che ipnotizzano
I DJ techno sintetizzano
I latini che anche ballano
E ancora i cantautori se la menano.

E gli affari son cazzotti nei denti
Per quelle briciole in pasto agli indipendenti
E già si sa che un concorso mica porta al successo
Conta solo il coraggio di puntar su se stesso
E ciò che sta dietro al sesso.

(Ma i produttori se ne fregano)
(Gli impresari che pretendono)
(Gli editori ne approfittano)

E i truffatori che spariscono
Musicopoli è lo scandalo
Del sordo mondo discografico
Dietro le quinte è lo spettacolo
Così tipicamente italico
Se i giornali sostenessero
Anche quel che non conoscono
Gli emergenti forse emergono
Tanto i suonatori non la smettono.
No, non la smettono
Poi se l'ammalano
Perché persistono
Poi ci ammazzano
Perché la stressano
No, non la smettono.

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